Animali in condominio: ecco le regole da seguire
Vivere in condominio con un animale domestico: facile a dirsi, più difficile a farsi. Vi è mai capitato di avere battibecchi con i vicini di casa che non amano la presenza degli amici a quattro zampe? D’altronde, quando si vive all’interno di una comunità condominiale, soprattutto in città, essere il padrone di un animale domestico può rivelarsi un complesso gioco di diplomazia: discussioni e assemblee incentrate sulla presenza per alcuni scomoda degli animali.
Animale domestico e condominio, ecco le regole da seguire:
Una delle problematiche più comuni riguarda i cani, i cui i padroni hanno il compito di seguire i modi di agire, talvolta imprevedibili, soprattutto se il continuo abbaiare (e analoghi comportamenti) diventano fastidiosi per i vicini. Ma, per fortuna, esistono diritti chiari che possono aiutare a risolvere – se non addirittura anticipare! – diatribe condominiali: la normativa vigente, ad esempio, rende illegale il divieto all’accesso di animali agli spazi condominiali, regola spesso fortemente voluta e rigidamente applicata da proprietari ed amministratori. Infatti (secondo la modifica del Giugno 2013 della legge n. 220/12), il regolamento di un condominio non può porre limiti alle destinazioni d’uso delle unità di proprietà e, di conseguenza, non può vietare di possedere animali da compagnia. In conseguenza, se i luoghi comuni sono usufruibili da chiunque, come stabilito dal Codice Civile (ovviamente nel rispetto delle normative di igiene e sicurezza di base), allora è consentito anche l’ingresso in ascensore di cani ed altri animali.
Certo, onde evitare scontri, è bene tenere i nostri amici al guinzaglio o nelle apposite gabbiette, nel rispetto anche di chi non ama la loro presenza in luoghi chiusi. Questo comportamento è legato al buon senso dei padroni che, sebbene possano essere aiutati dalla legge sotto numerosi aspetti, non devono mai venire meno ai propri doveri e responsabilità quando il proprio amico a quattro zampe esce dagli spazi privati ed entra in contatto con altre persone. Occorre quindi che i proprietari incontrino le esigenze dei condomini e rispettino norme igieniche e di quiete, così da non ledere la libertà di questi ultimi.
Nel caso in cui l’assemblea condominiale ponga una restrizione all’accesso dei propri animali agli spazi condominiali, il padrone potrà dunque fare ricorso al Giudice di Pace entro 30 giorni dalla data della delibera. Se la legislazione difende, quindi, gli animali da compagnia ed i loro padroni, esiste comunque la possibilità di sporgere un reclamo, soprattutto nel momento in cui sussiste una lesione del diritto alla quiete pubblica: tra le 22.00 e le 08.00, come nel caso di musica e televisione, i nostri cani dovrebbero contenere i propri latrati sotto un certo volume, e anche nelle ore diurne il rumore non deve essere fastidioso. Insomma, basta seguire queste poche e semplici norme, quindi, per far felici amici a quattro zampe e vicini: facile, vero?